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“Donare è importante, noi lo facciamo con l’Avis”: l’esempio di Francesca, Edoardo, Lorenzo e Giacomo

FERMO – I quattro 19enni si sono iscritti di recente all'Associazione Volontari Italiani del Sangue stimolati dopo un confronto a scuola

di Andrea Braconi

Francesca Compieta di Porto San Giorgio, iscritta al Liceo Scientifico. E poi Edoardo Candidori di Fermo, Lorenzo Ripa e Giacomo Gismondi di Montegranaro, studenti di ragioneria. Tutti maggiorenni e tutti impegnati con gli esami di Stato, ma da oggi protagonisti anche all’interno dell’Avis. Da un confronto con i referenti provinciali dell’associazione, infatti, era scaturito un momento di confronto a scuola che ha spinto questi 19enni ad iscriversi all’Associazione Volontari Italiani del Sangue.

CONVINTI DELL’IMPORTANZA DELLA DONAZIONE

“Con la consulta provinciale degli studenti – ha ricordato Edoardo – abbiamo organizzato una conferenza anche grazie alla disponibilità del sindaco Calcinaro. Dalle testimonianze ascoltate quel giorno mi sono reso conto di quanto fosse importante, specialmente in questo momento, la donazione del sangue”.

“Ho già parlato con alcune compagne di classe e amiche – ha spiegato Francesca, che si è anche iscritta all’Admo -. C’è tanto timore, questo è ciò che ho notato. Anche i miei genitori, ad esempio, avevano timore della donazione del midollo osseo. E questo per una mancata conoscenza, anche perché sono tante le persone che l’hanno fatto senza subire conseguenze. Per quanto riguarda il sangue, mio padre è donatore da sempre e quindi mi ha coinvolto in questa esperienza. Alla prima donazione ero tranquillissima ed è andata bene”.

“Mio padre è donatore da parecchi anni – ha raccontato Lorenzo -. C’è stata l’iniziativa a scuola e sono stato stimolato anche dai miei amici. Alla prima donazione ero fin troppo tranquillo”.

“È stata una decisione presa dopo la conferenza – ha confermato Giacomo, l’unico a non aver ancora fatto la donazione ma con un appuntamento già fissato per l’inizio di luglio -, un momento importante che ci aiutato a conoscere questa realtà”.

L’AVIS NELLE SCUOLE E NELLE CASE

“È la prima volta che facciamo questo nella provincia di Fermo – ha sottolineato Sandro Santanafessa, presidente dell’Avis di Porto San Giorgio – e questi ragazzi sono i primi che si sono iscritti dopo essere stati stimolati in occasione di un incontro in classe alla presenza del dottor Viozzi del ‘Murri’, responsabile degli espianti di organi, e dell’avvocato Lanciotti, che è stato per diversi anni il nostro presidente provinciale e che oggi ricopre la carica di vice. Era presente anche Luca Moreschini dell’Aido, che ha spiegato ai ragazzi il problema delle attese di chi ha bisogno di un trapianto. Li abbiamo sensibilizzati sul fatto che con una piccola donazione si può salvare la vita alle persone. Oggi, per fare un altro esempio, ci si può iscrivere in diversi Comuni al momento del rinnovo del documento d’identità, dando il proprio consenso per la donazione degli organi”.

Tante le parole di apprezzamento per il gesto dei 4 giovani. “Sono ragazzi maturi, soprattutto nell’attenzione ai problemi degli altri. Con la serie di terremoti ed eventi che ci sono stati il sangue è stato uno degli elementi all’ordine del giorno e noi speriamo che questi giovani siano di esempio agli altri. Come Avis vogliamo migliorare la cultura della donazione e la nuova primaria, la dottoressa Siracusa, ci sta dando una spinta forte: per la prima volta abbiamo creato un gruppo di lavoro che si confronta e stiamo cercando di recuperare con l’entrata di nuove leve. A Porto San Giorgio abbiamo iniziato dalla quinta elementare, con quiz che i bambini possono fare con i genitori; una scelta per sensibilizzare e per far girare all’interno di ogni famiglia il nome dell’Avis”.

“Loro sono stati bravi a lavorare come consulta dei giovani – ha rimarcato Giovanni Lanciotti rivolgendosi ai ragazzi – e quest’anno com Avis lavoreremo ancora di più coinvolgendo anche altri giovani”.

SERVE UN RICAMBIO GENERAZIONALE

“Il ricambio generazionale è fondamentale – ha aggiunto Giuseppina Siracusa, primario di Medicina trasfusionale – e si può creare un gruppo Avis ovunque, anche nei luoghi di lavoro. In questo modo sei sempre sul pezzo, non puoi accontentarti sempre dei donatori storici, occorre aprirsi. E quando si lavora bene, la gente risponde e si sensibilizza. Penso anche ai bambini, che trasferiscono a casa quello che acquisiscono”.

Per migliorare lo stato dell’arte, la stessa Siracusa ha lavorato molto sulla comunicazione, partendo da un gruppo WhatsApp con i presidenti delle varie sezioni dell’Avis. “Ci serve per velocizzare le comunicazioni ed il confronto, oltre al fatto che voglio mantenere fisso il nostro appuntamento mensile”.

Numerose le esigenze sul fronte delle donazioni di sangue. “Le ultime notti sono state impegnate dai traumi da incidenti lungo la strada e riguardo alla stagione estiva vorrei condividere ulteriori aperture straordinarie il pomeriggio per chi, per motivi di lavoro, non riesce ad avere sempre permessi. Una scelta per andare incontro ai donatori, che però devono rimanere sempre attivi: ecco perché trovo appropriato uno slogan tipo ‘Dona prima di andare in ferie’, per ricordare di donare prima di partire per le proprie vacanze”.

Ai giovani presenti la Siracusa ha lanciato un messaggio importante: “Noi contiamo su di voi, siete come un sasso buttato nello stagno. La nostra speranza è che attraverso voi altri giovani si avvicinino”.

LE ISTITUZIONI DEVONO DARE L’ESEMPIO

“Ho accolto subito l’invito dell’Avis a diventare donatore – ha raccontato il sindaco Paolo Calcinaro – perché credo sia giusto dare l’esempio, soprattutto quando uno è una figura di riferimento pubblica. Sto andando avanti con gli esami e ho appena superato quello del fattore ottavo. Se supero l’esame sono pienamente disponibile e arruolabile”.

QUALE STILE DI VITA

“Ho conosciuto tanti giovani, diciamo amanti dello ‘sballo del sabato sera’, che volevano diventare donatori e che ho rifiutato, spiegando le motivazioni – ha spiegato la Siracusa -. Il donatore è una persona che deve avere un certo stile di vita, dona il sangue e deve anche essere di esempio, soprattutto in realtà piccole come queste. Il fumo di sigaretta non mi scandalizza, ma se amate bere molto e usare droghe, anche sintetiche, è più corretto non chiedere di diventare donatori, perché fareste solo del male e non del bene a chi riceve il vostro sangue. Molti pensano che in questo modo si guadagnino qualche controllo gratis, esente ticket, invece non si deve ragionare in questo modo: la volontà di donare deve avere ben altre motivazioni. Ne ho mandati via tanti, consapevole che molti possano cambiare e tornare sui propri passi. C’è sempre tempo per ripresentarsi, ma abuso di alcol, droghe e rapporti non protetti non coincidono con la figura del donatore”.

“A questo proposito – ha concluso Santanafessa – posso dire che a Porto San Giorgio gli esami vengono consegnati solo dopo aver fatto la donazione, per evitare appunto che si verifichi questo fenomeno dei furbetti e della corsa alle analisi gratuite, usando di fatto l’Avis”.

 


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