Si è spenta questa mattina, alla veneranda età di 103 anni, Eva Zamponi, vedova Pompei. Eva, nonna dell’ex assessore Paolo Pompei, era nota e stimata in città per la sua lunghissima militanza nel volontariato.
Originaria di Piane di Falerone, a 20 anni si era trasferita a Porto San Giorgio. E lì nel corso dei decenni si è fatta amare e benvolere da tutti. Lavorava nel settore ricambi auto ed è stata una delle prime donne patentate delle Marche. Tra il 1970 e il 1989 si alterna alla presidenza e vicepresidenza dell’Avis sangiorgese diventando da subito un punto di riferimento per i donatori, non solo della città. Ha raggiunto il massimo delle onorificenze dell’Avis fino al Cavalierato della Repubblica.
Nel 1977 ha vissuto in prima persona una delle vicende più buie della storia italiana. Era a Porto San Giorgio, infatti, quando avvenne la sparatoria costata la vita all’appuntato Alfredo Beni e al maresciallo Sergio Piermanni. E lei, con la sua auto, ha girato per tutta la notte in cerca di donatori per salvare la vita dei carabinieri ricoverati all’ospedale di Porto San Giorgio dove era ricoverato anche l’attuale generale Rosario Aiosa, medaglia d’oro dell’Arma, all’epoca comandante dei carabinieri di Fermo e che grazie al sangue trovato da Eva si è salvato.
Zamponi, oltre all’Avis, ha fatto parte anche di Aido e Unitalsi, ha accompagnato i disabili a Lourdes e in occasione dei suoi 100 anni è stata anche omaggiata in consiglio comunale dall’allora amministrazione Loira che aveva consegnato ai parenti un libro e una targa.
«Ha sposato mio nonno Ivo che è stato un grande pilota correndo anche la Mille Miglia. Insieme sono stati una coppia felice e piena di vitalità». I funerali si terranno giovedì, alle 11, nella chiesa di San Giorgio. Ai suoi familiari le condoglianze della redazione di Cronache Fermane.
«L’Amministrazione comunale esprime profondo cordoglio per la scomparsa, oggi a Roma, di Eva Zamponi. Originaria di Piane di Falerone, si trasferì a Porto San Giorgio all’età di vent’anni. Impegnata per decenni nel volontariato, tra il 1970 e il 1989 ha rivestito incarichi di presidente e vice all’interno dell’Avis locale. Il 18 maggio 1977 – ricorda l’amministrazione guidata dal sindaco Valerio Vesprini – bussò nelle case degli iscritti per procurare urgentemente sangue da destinare ai militari dell’Arma feriti nel conflitto a fuoco con una banda di malviventi dove trovò la morte l’appuntato Alfredo Beni».
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